Opera della Provvidenza Sant’Antonio, Sarmeola di Rubano

OPSA - Opera della Provvidenza S. Antonio è una Casa che offre servizi sociosanitari a carattere residenziale e semiresidenziale. Accoglie diverse forme di fragilità in due aree: disabilità (fisica e/o intellettiva, disabilità acquisite) e anziani, con specializzazione nel decadimento cognitivo. È una Fondazione di religione della Diocesi di Padova con sede a Sarmeola di Rubano, alle porte della città, ed è accreditata con l’azienda Ulss 6 Euganea – Regione Veneto. È attiva dal 1960.

L’OPSA oggi

Oggi vivono all’OPSA, e ne frequentano i servizi diurni, quasi 600 Ospiti nelle due aree disabilità e anziani, distribuiti in piccole comunità che insieme formano la grande Casa dell’Opera della Provvidenza: qui, infatti, ci riferisce sempre alla struttura proprio con l’appellativo di “casa”. La mission dell’OPSA, sin dall’inizio della sua attività, è assicurare a ogni Ospite un’assistenza di qualità, in una relazione di cura che garantisca il rispetto dell’individualità in accordo alle necessità materiali, morali e spirituali di ciascuno. Ogni persona è protagonista del proprio progetto di vita, per questo gli Ospiti all’OPSA possono contare su una presa in carico globale e personalizzata, grazie al lavoro di équipe multidisciplinare che vede i servizi di tipo sanitario e socioassistenziale operare in sinergia e in modo trasversale in tutti i centri diurni e residenziali.

Il personale è costituito da 590 collaboratori, di cui 499 figure sanitarie, sociali ed educative; il resto è distribuito nelle aree amministrative e di economato, che garantiscono l’operatività della struttura. All’OPSA convivono 24 nazionalità diverse: l’80% del personale è italiano, gli altri professionisti provengono dal resto d’Europa, Africa e Sud America, e offrono il loro servizio anche 30 Religiose e 150 volontari. OPSA riesce a garantire uno standard di assistenza molto elevato, e a mantenere “in house” tutti i servizi per il funzionamento della Casa, anche grazie agli investimenti resi possibili dalle donazioni, cioè la “Provvidenza”.

Le aree di accoglienza

Nell’Area disabilità è concentrata l’offerta maggiore di OPSA in termini di posti. Comprende un Residenza sanitaria assistenziale (RSA) e un Centro di Riferimento per Gravi Disabilità (CRGD) e disturbi del comportamento con elevata necessità sanitaria. È prevista anche un’offerta di tipo programmato con il servizio di accoglienza temporanea delle persone con disabilità per garantire alle stesse e alle famiglie un aiuto in situazioni di emergenza, o per permettere di godere di periodi di riposo.

Nell’Area anziani, Casa Madre Teresa di Calcutta è il Centro Servizi polifunzionale di OPSA specializzato nell’assistenza alle persone affette da decadimento cognitivo. Comprende due centri diurni con attività di stimolazione cognitiva per rallentare l’evoluzione della malattia e un centro residenziale per persone che, pur in fase non ancora avanzata, non possono essere seguite a domicilio. La struttura è caratterizzata dalla presenza dei giardini terapeutici. Inoltre OPSA, in quanto partner del progetto ORA (Orientamento Rete Ascolto) della Fondazione Cariparo, ospita a Casa Madre Teresa di Calcutta anche un centro di ascolto, supporto e formazione per i caregiver familiari di persone con demenza. All’Area anziani fa riferimento anche il Centro Servizi residenziale Casa S. Massimiliano Kolbe, che accoglie persone in situazione di grave non autosufficienza, affette da demenza in fase avanzata e terminale.

In OPSA ha sede anche Casa Mons. G. Bortignon, il Centro Servizi per sacerdoti e religiosi/e non autosufficienti. Consente alle persone consacrate, ora in condizione di fragilità, di continuare a vivere un’esperienza di comunità in un ambiente protetto, mantenendo lo stile e i ritmi di una vita religiosa.

Un po’ di storia

La storia dell’OPSA inizia ufficialmente con un documento del 26 novembre 1955, in cui il vescovo di Padova mons. Girolamo Bortignon dichiara di voler realizzare una casa di accoglienza per le tante persone con gravi disabilità, soprattutto bambini, con le quali era venuto a contatto durante la sua prima visita pastorale alle parrocchie della Diocesi. Una volontà condivisa per la prima volta il 2 luglio, quando il vescovo si era recato in meditazione alla tomba del Santo per chiedere consiglio. Il vescovo affida quindi a mons. Francesco Frasson l’incarico di occuparsi della realizzazione del progetto.

Il 23 ottobre 1956 l’allora Patriarca di Venezia card. Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, benedice la posa della prima pietra dell’OPSA, che apre ufficialmente i battenti il 19 marzo 1960 con l’accoglienza dei primi nove bambini con disabilità: mons. Frasson ne diventa il primo direttore, fino al 1995. Tra i momenti salienti della storia dell’Opera della Provvidenza si ricorda la visita di Papa Giovanni Paolo II il 12 settembre del 1982.

L’evoluzione dell’Opera della Provvidenza S. Antonio sia in termini di grandezza, con l’apertura di nuovi padiglioni, sia in termini di assistenza ha seguito e segue l’evoluzione stessa della scienza e dei bisogni del territorio in relazione all’accoglienza delle fragilità.

Il Santuario di Maria Madre della Provvidenza

Al centro dell’OPSA c’è la sua chiesa, elevata a Santuario in onore di Maria Madre della Provvidenza con una cerimonia solenne il 22 dicembre 2024. L’elevazione a Santuario diocesano rappresenta l’attuazione di uno dei “segni” voluti dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, a conclusione del Sinodo diocesano «come segno di attenzione verso le persone fragili e vulnerabili e come apertura al territorio».

L’Opera della Provvidenza è nata con la sua chiesa: l’architetto Giulio Brunetta, chiamato a progettare l’OPSA nel 1955, già dai primi disegni la inserì al centro della struttura e ne è anche l’edificio più alto, per evidenziare che la Casa del Signore è il cuore dell’Opera della Provvidenza, che è Casa per i suoi Ospiti. Da un punto di vista architettonico, Brunetta si è ispirato all’immagine evangelica della chioccia che allarga le ali per raccogliere i suoi piccoli.

Un Santuario all’interno di una struttura sociosanitaria sviluppa le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ricorda che la salute non è semplicemente l'assenza di malattia o di infermità, ma è il benessere globale della persona. Cioè un benessere che coinvolga sì il corpo, ma anche la psiche e le relazioni sociali di una persona. Il Santuario di Maria Madre della Provvidenza all’OPSA ricorda, perciò, che l'approccio alla salute di una persona non può escludere la sua dimensione spirituale, e quindi la cura del silenzio, dell'interiorità, della spiritualità.

Condividi su:
Via della Provvidenza 68, 35030 Rubano Sarmeola, Veneto Italia