Opera della Provvidenza Sant’Antonio, Sarmeola di Rubano

Erano nove i bambini handicappati che nel marzo 1960 varcarono le soglie di questa Casa. Oggi l’edificio, ampliato, è la casa di 700 handicappati psicofisici gravi che non possono trovare adeguata assistenza in famiglia o in altre istituzioni. L’Opera della Provvidenza è un luogo luminoso, immerso nel verde, animato da persone che donano lavoro e tempo agli ospiti. Oltre all’assistenza diretta, sostenuta dalle suore terziarie francescane elisabettine coadiuvate da personale laico, e oltre ai servizi di medicina di base e specialistica garantiti dai medici, gli ospiti vivono circondati dal calore umano. Infatti, il criterio fondamentale che presiede all’assistenza e organizza tutta la struttura, è quello di umanizzare e personalizzare ogni attività rivolta alle persone accolte. Dai religiosi ai laici, dagli operatori ai volontari a tutto il personale, gli obiettivi fondamentali e i valori basilari che sostengono il servizio offerto sono il rispetto e la promozione della persona umana.

L’Opera è una testimonianza del messaggio cristiano di carità e vicinanza ai sofferenti che si protrae da oltre quarant’anni, da quando cioè il vescovo di Padova Girolamo Bortignon nella sua prima visita pastorale rilevò la situazione di bisogno e di emarginazione in cui vivevano tante persone portatrici di handicap psicofisici gravi. Per loro volle una struttura che offrisse ospitalità e assistenza. Era il 1955, e subito l’anno seguente il patriarca di Venezia Angelo  Giuseppe Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, benedì la prima pietra dell’Opera, che quattro anni dopo iniziò l’attività.

LOpera della Provvidenza è una struttura di tipo residenziale, funziona tutto l’anno, giorno e notte, senza interruzione. Il complesso edilizio si articola in dieci padiglioni di tre piani ciascuno, adibiti a residenza degli ospiti, con i servizi ausiliari per attività educative, espressive e ricreative (teatro, palestra, laboratori) e le strutture per i servizi generali (cucina, lavanderia, guardaroba, centrali termica ed elettrica). L’undicesimo padiglione, a due piani, ospita l’infermeria, con un ampio poliambulatorio. Completano le strutture un nucleo residenziale per sacerdoti ammalati e case per le suore, i sacerdoti residenti, il personale interno e i volontari. Centro e cuore di tutta l’Opera è la grande chiesa.

Nonostante le dimensioni gigantesche, l’Opera della Provvidenza da sempre è impegnata a offrire agli ospiti un ambiente familiare. Per questo essi sono inseriti in comunità di 20-25 persone, il più possibile omogenee per età, situazione patologica di base, disabilità, autonomia, caratteristiche comportamentali. All’interno della comunità il ruolo fondamentale viene svolto dalle religiose responsabili di reparto che, con la loro presenza quotidiana e la disponibilità a qualsiasi ora del giorno e della notte, rappresentano quasi una figura parentale e fanno sentire gli ospiti davvero “a casa”.


È un’occasione per riflettere, la visita all’Opsa. Tanti volti scavati dal dolore, corpi e menti tormentati dalla sofferenza, ma anche vite che, sull’esempio di Cristo, diventano dono d’amore per i fratelli.

Il mistero del dolore è un richiamo a farsi solidali con chi si trova nel bisogno, a riconoscere sempre il valore e la dignità della persona umana, ad accompagnare la fede con la carità, a donare se stessi offrendo parte del proprio tempo e del proprio impegno per aiutare il fratello, a intensificare la preghiera come vincolo di vera fraternità.

Diego Valeri

O Dio che nella tua provvidenza tutto disponi secondo un disegno di amore,
per l’intervento della Vergine Maria, madre del tuo figlio,
allontana da noi ogni male e donaci ciò che giova al nostro vero bene.

Per Cristo nostro Signore.

Maria, Madre della provvidenza, prega per noi.

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