Beata Vergine del Covolo, Crespano del Grappa

Mentre infuriava un temporale, una pastorella sordomuta aveva trovato rifugio in una grotta alle falde del Frontale e, impaurita, pregava. Le apparve la Madonna e le disse «Va’ a Crespano e di’ agli abitanti che qui desidero una cappella e a quanti mi invocheranno spargerò grazie e benedizioni. A conferma ti restituisco subito udito e favella». Era la metà del XII secolo e a questo episodio si fa risalire l’origine della cappella eretta nella località del Covolo, nome che deriva dal nascondiglio della pastorella.

Ben presto crebbe il numero dei pellegrini richiamati dalla devozione alla Madonna “rifugio dei peccatori”; perciò la cappella fu ampliata nel 1541 e nel 1605. Nel 1809, su disegno di Antonio Canova, fu eretto il tempio attuale e nel 1844 fu aperta la strada. Questa fu costruita con il concorso gratuito di contadini provenienti da oltre trenta paesi tra il Piave e il Brenta. Un anno dopo, il venerdì santo del 1845, un masso che si era staccato dal monte rovinò sulla sacrestia e sul presbiterio, trascinando a fondo valle la statua in legno della Madonna, che rimase miracolosamente illesa.

Agli inizi del nostro secolo la chiesa è stata ulteriormente ampliata e abbellita dalle pitture di don Demetrio Alpago. Dopo la prima guerra mondiale, che ha visto l’edificio adibito a piccolo ospedale da campo, il 25 marzo 1916 è stata elevata a santuario. L’8 settembre 1923 il cardinale Pietro La Fontaine, patriarca di Venezia, incoronò la taumaturga immagine della Madonna e del bambino. Come non aveva risparmiato fatica durante la costruzione della strada, nemmeno quando fu ora di erigere il campanile la gente del luogo si tirò indietro. Così la torre campanaria del santuario si alzò con il rapido sovrapporsi dei mattoni trasportati “a passamano” da una catena umana ininterrotta da Crespano al Covolo.

Al termine del secondo conflitto mondiale, le parrocchie pedemontane vollero offrire un omaggio alla Madonna e, lungo la via che porta al Covolo, vennero costruiti quindici capitelli, uno per ogni mistero del rosario. In occasione dell’anno mariano 1987 fu realizzata la via crucis che segue il sentiero costeggiante la valle della Madonna e termina presso la croce costantiniana (inaugurata, quest’ultima, dal vescovo di Padova mons. Luigi Pellizzo l’8 settembre 1913, in occasione della consacrazione del tempio).


Chi si reca in visita al santuario del Covolo ancora oggi beve dalla vicina sorgente dei “tre busi”. È questa una polla d’acqua che, secondo la tradizione, sarebbe stata la Madonna stessa a fare scaturire dalla roccia.

Bere l’acqua è il gesto più semplice che tutti i giorni si compie. È un atto vitale, è condizione necessaria per la sopravvivenza del corpo.

Per il cristiano l’acqua è il simbolo che sottolinea alcuni passaggi fondamentali della vita. Nell’acqua si riceve il battesimo, che lava il peccato, purifica, rende creature nuove degne di entrare a far parte della famiglia dei figli di Dio; con l’acqua il sacerdote benedice gli sposi e l’impegno della nuova famiglia cristiana che in quel momento nasce; d’acqua vengono aspersi i fedeli durante alcune celebrazioni, segno di rinnovamento e nuova linfa che disseta lo spirito; l’acqua, infine, segna il passaggio dalla vita terrena a quella che viene dopo la morte fisica dell’uomo.

Dolcissima Vergine Maria
che nella mirabile tua apparizione alla pastorella sordomuta ti sei degnata
di donar l’udito e la parola, non permettere che io sia sordo alla voce di Dio,
né muto nel cantar le tue lodi e quelle del tuo diletto Gesù.

E poiché nel santuario del Covolo hai voluto porre il trono delle tue misericordie
e mostrarti il rifugio dei peccatori pentiti,
guarda con occhio pietoso la povera anima mia e abbi pietà di me.

Concedimi una fede viva e operosa, un amore fervido al tuo divin figlio Gesù,
un attaccamento indefettibile alla santa Chiesa,
una vera contrizione dei miei innumerevoli peccati.

Benedici i miei cari, abbi pietà delle anime del Purgatorio,
converti i poveri peccatori.

Provvedi finalmente anche alle presenti mie necessità temporali
e fa sì che dopo aver sperimentato l’immensa tua bontà su questa misera terra,
mi sia dato giungere a benedirti e glorificarti per tutta l’eternità in Paradiso
con gli angeli e con i santi. Amen.

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