Duomo vecchio e Santuario delle Sette Chiese, Monselice

«Concediamo nel Signore misericordiosamente a tutti i fedeli d’ambo i sessi veramente pentiti, confessati e comunicati, i quali visiteranno la detta chiesa, e sei altre cappelle già erette, o da erigersi in vicinanza alla stessa, e devotamente ivi pregheranno Dio per la concordia tra Principi Cristiani, per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione della Santa Madre Chiesa, le stesse indulgenze, remissione dei peccati e grazie spirituali, le quali sogliono e possono conseguire tutti coloro che visitano le Sette Chiese dentro e fuori delle mura di Roma».

Così papa Paolo V nel 1605 accoglieva la richiesta di Pietro Duodo di erigere altre sei cappelle accanto alla chiesa di san Giorgio (già costruita dalla nobile famiglia veneziana alla fine del secolo precedente) e concedeva, in via del tutto esclusiva, che in questa nuova area sacra i pellegrini potessero acquistare le stesse indulgenze accordate a chi si recava in devoto pellegrinaggio alle sette basiliche maggiori a Roma.

In quattro secoli sono state decine di migliaia i devoti che hanno percorso a piedi la strada alle pendici della Rocca e hanno compiuto lo sforzo fisico e spirituale di salire lungo questo itinerario di fede.

Prima di entrare nell’area sacra si incontra il Duomo Vecchio, antica chiesa arcipretale eretta nel 1257 ampliando e in parte ricostruendo la vecchia chiesa di san Martino al Monte, sorta nella metà del XII secolo. Il nuovo edificio si intitolò a santa Giustina, in quanto doveva ospitare l’antica pieve dedicata alla martire padovana, che aveva sede in cima al colle fin dall’epoca longobarda e fu distrutta da Ezzelino.

Il duomo è una costruzione vasta, dalle pure linee romaniche, a navata unica con tre cappelle; nella cappella di san Giovanni si trova la tavola quattrocentesca raffigurante la Madonna con il bambino, detta anche Madonna del latte o Madonna dell’umiltà, mentre sull’altare maggiore è il polittico che rappresenta santa Giustina circondata da sei santi, opera d’ambito veneziano della metà del XV secolo.

La via sacra della Rocca inizia varcando la Porta Romana, detta anche Porta Santa, e procede in leggera salita lungo le pendici del colle dove, accolte in ampie nicchie, si succedono le stazioni del devoto pellegrinaggio. Sono luoghi di raccoglimento spirituale ma anche piccoli gioielli d’arte, disegnati dall’architetto vicentino Vincenzo Scamozzi e con le pale d’altare eseguite dal pittore Jacopo Palma il Giovane.

Ciascuna cappella porta il titolo di una delle basiliche romane entro cui si doveva svolgere il pellegrinaggio per ottenere le indulgenze: Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo fuori le mura, San Sebastiano e Santi Pietro e Paolo. Il punto d’arrivo è il santuario di San Giorgio, detto dei Santi per le numerose reliquie che custodisce. Fin dalla metà del Seicento, infatti, diversi membri della famiglia Duodo ottennero dai pontefici la traslazione di “corpi santi” da Roma a Monselice per esporli alla venerazione dei fedeli.

Per maggiori informazioni:

Per accompagnare i fedeli nel cammino spirituale durante la visita alle sette chiese, agli inizi del nostro secolo furono composte alcune preghiere, una per ogni cappella e ciascuna con lo scopo di fare riflettere su un vizio capitale. All’inizio della visita si recitava questa preghiera, che riassume il significato e il motivo per cui si viene qui a pregare: per ritornare al Padre e sperimentare il suo amore per ciascuno dei suoi figli nella misericordia con cui egli concede il perdono, nell’atto che lenisce le ferite e dona nuova forza.

Redentor mio Gesù Cristo, io vi rendo infinite grazie per i copiosi sudori da voi sparsi nei viaggi, che faceste per la mia salute, specialmente nel tempo della vostra dolorosissima passione. Vi prego a perdonarmi i passi mal diretti, inutili e oziosi della mia vita passata e darmi grazia di correre quindi innanzi la via dei vostri comandamenti. Vi offro questa visita in penitenza dei miei peccati e per ottenere la grazia di emendarmi. Vi prego per la santa Chiesa cattolica, per i miei parenti, benefattori, amici e nemici. Raccomando alla vostra misericordia le anime del purgatorio, specialmente quelle che hanno diritto di essere da me aiutate. Datemi grazia, o Signore, che io spenda tutta la mia vita per la gloria vostra e per la salute dell’anima mia, acciocché, finito il terrestre pellegrinaggio, giunga con giubilo alla celeste Gerusalemme, per ivi godervi eternamente. Così sia.

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