Tempio del Donatore, Valdobbiadene
«La sera del 25 maggio 1961 mi trovavo con le maggiori autorità cittadine alla inaugurazione di uno splendido albergo a Pianezze. Dopo la cerimonia, mentre camminavo assorto sulla stradetta in discesa, un pensiero improvviso, certamente ispirato dall’alto, mi si presentò alla mente: e perché non costruire una chiesa lassù? Il mattino dopo ne parlai con il rev.mo arciprete, il quale mi disse: “Magnifica idea! E dedicheremo il tempio al Sangue Preziosissimo di nostro Signore”. Il signor sindaco, da parte sua, lodò molto l’iniziativa e concluse: “Il consiglio direttivo della locale sezione Avis sarà il comitato dell’erigendo tempio del donatore di sangue”». È questa la testimonianza lasciata dal fondatore del tempio internazionale del Donatore, Giovanni Battista Cecchella, amico dei donatori di sangue di Valdobbiadene. La prima pietra dell’edificio fu benedetta il 16 ottobre 1962 a Pianezze, quota 1070 metri, su un appezzamento di terra regalato dal comune di Valdobbiadene alla parrocchia di Santa Maria Assunta; già due anni più tardi funzionava la cripta.
Alla morte del fondatore, avvenuta il 28 maggio 1966, il comitato ne continuò l’opera, fissandone le specifiche finalità. Innanzitutto quella religiosa: ricordare i donatori di sangue e i benefattori del tempio; in secondo luogo quella umano-sociale: richiamare, nei raduni che si sarebbero tenuti lassù, il valore della vita e il dovere della mutua collaborazione, che si concretizza nel donare il sangue ai bisognosi, e inoltre promuovere incontri di studio e di fraterna amicizia fra tutte le associazioni di donatori; infine, il tempio nasceva anche con una finalità patriottica: sorgendo vicino a luoghi come il Piave, il Grappa, il Montello voleva ricordare le vittime delle guerre e del duro lavoro della montagna e nello stesso tempo spronare, specie i giovani, a essere artefici di una vita più sicura e di una società moralmente più sana.
Intanto cresceva l’entusiasmo intorno alla costruzione che stava sorgendo, un manufatto in cemento con tetto in legno ricoperto di rame, per cui si scatenò l’impegno della comunità locale: nel 1976 i marmisti della Valpantena offrivano il marmo per il pavimento e nel 1978 la parrocchia di Valdobbiadene e le associazioni Avis e Fidas firmavano una convenzione che assicurava entità giuridica a questo singolare edificio sacro. Sempre più numerose, inoltre, diventavano le visite di comitive e gruppi di donatori che portavano un simbolico mattone per la “loro” chiesa.
La consacrazione avvenne il 16 settembre 1979, officiata dal vescovo di Padova Girolamo Bortignon. Per l’occasione papa Giovanni Paolo II inviò una lettera di encomio e donò al tempio un prezioso calice.
Non esitiamo a chiamare apostolato il vostro servizio di donatori di sangue. Esso infatti si rivolge al bene corporale e spirituale del prossimo sofferente, per il quale è spesso insostituibile ancora di salvezza e stimolo a nuova fiducia nella Provvidenza divina. Quante vite salvate, quanti dolori leniti, quante speranze ridonate nei silenzi degli ospedali e nelle trepide attese delle famiglie! Vero apostolato è dunque il vostro. Ma esso, per raggiungere la sua perfezione, deve essere radicato e fondato nella carità, che è amore di Dio e dei fratelli. Come il sangue, silenziosamente scorrendo nelle vene, dà vita, colorito e robustezza a tutto il corpo, così la carità, nascosta ma pulsante linfa vitale, rende meritoria ed efficace ogni opera buona.
Papa Giovanni XXIII
La forma, l’affresco, la Madonnina e i mosaici
Il Tempio si riconosce subito per la sua insolita struttura. La forma a tenda rappresenta il riparo, la sicurezza, il ristoro, la serenità. Aspetti che capovolgono il significato bellico rappresentato dal monte Cesen, utilizzato in tempo di guerra come postazione militare. Il monte, con il Tempio, diventano così un luogo di pace e di vita. Molte associazioni e privati contribuirono a impreziosire il Tempio, come le Misericordie d’Italia e i Gruppi Fratres ai quali si deve l’affresco realizzato dall’artista forlivese Carmelo Puzzolo (allievo di Annigoni) e collocato sull’abside. L’opera, inaugurata nel 1986, descrive le “sette opere di misericordia” con le quali esprimiamo l’amore a Dio e la solidarietà con i fratelli. Dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi, prendersi cura dei malati, visitare i carcerati, dare riparo ai pellegrini, seppellire i morti. Nell’affresco si nota la presenza di due personaggi che rappresentano il dono dei sangue e degli organi, gesti d’amore resi possibili dallo spirito di volontariato e di altruismo. Lo stesso Puzzolo, che compare ritratto nell’affresco, ha eseguito anche le formelle della Via Crucis sulle pareti laterali della navata, con un’artistica fusione in bronzo, pagate con le offerte dei visitatori. Gli artisti del legno della Val Gardena hanno realizzato e donato al Tempio la “Madonnina del Donatore”, posta nella nicchia a destra, accanto al presbiterio. Molto ammirato anche il magnifico crocifisso del Seicento in cartapesta. Del pavimento si prese carico la FIDAS di Valpantena (Verona). Le offerte dei pellegrini hanno contribuito all’acquisto dei banchi. Sulla facciata esterna troviamo a sinistra un mosaico raffigurante il dono del sangue, opera dell’artista trevigiano Angelico Meneghetti, e a destra il mosaico dell’AIDO, dedicato al dono degli organi.
Chiuso dal dicembre del 2017 per inagibilità, è partita a luglio del 2020 la ristrutturazione del Tempio del Donatore. I lavori hanno riguardato sia la parte lignea e strutturale dell’edificio, sia le grondaie, il tetto, il lucernario e il cupolino. Ad inizio 2021, concluso l’intervento di ristrutturazione, sono stati riposizionati gli arredi interni: Crocifisso, Madonnina, formelle della Via Crucis, banchi e altare. È tornato a splendere anche il grande affresco dell’abside dell’artista Puzzolo. All’esterno, anche i due mosaici dedicati al dono del sangue e degli organi sono stati ripuliti. Il 25 aprile del 2021, alle ore 11, il Tempio ha riaperto le sue porte con la prima celebrazione religiosa.
Preghiera del donatore di sangue composta da papa Giovanni XXIII
O Gesù Salvatore che hai detto:
«Tutto ciò che avete fatto a uno dei più piccoli
tra i miei fratelli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40),
guarda propizio all’offerta che ti facciamo.
Le angosce dei sofferenti, tuoi fratelli e nostri,
ci spingono a dare un po’ del nostro sangue,
perché a essi ritorni il vigore della vita;
ma vogliamo che tale dono sia diretto a te,
che hai sparso il tuo sangue prezioso per noi.
Rendi, o Signore, la nostra vita feconda di bene per noi,
per i nostri cari, per gli ammalati: sostienici nel sacrificio,
perché sia sempre generoso, umile e silenzioso.
Fa’ che con fede sappiamo scoprire il tuo volto nei miseri per prontamente soccorrerli,
ispira e guida le nostre azioni con la pura fiamma della carità, affinché esse,
compiute in unione con te,
raggiungano la perfezione
e siano sempre gradite al Padre celeste.
Così sia.
Contatti
Indirizzo: piazzale San Francesco 1, 35049 Pianezze di Valdobbiadene (TV)
Telefono: 0423 972 073
E-mail: parrocchiavaldo@gmail.com