È fra i luoghi giubilari della Diocesi di Padova. Il sacello che custodisce la statua di Maria Ausiliatrice, accompagnata nel 1901 sulla cima del monte Grappa a dorso di mulo – dopo il Giubileo del secolo indetto da Leone XIII – dall’allora patriarca di Venezia, cardinale Giuseppe Sarto, poi papa Pio X, è uno straordinario simbolo di rinascita e speranza. La statua della Madonna con Bambino, situata tra il sacrario dei caduti italiani e quello austro-ungarico, sarà un richiamo per i pellegrini che, nel contesto del Giubileo della speranza, verranno invitati a visitare questo sito di giustizia e di pace e a meditare sulle sue testimonianze di fede e storia. Posta a quota 1770, la Madonnina del Grappa ha attraversato epoche di conflitti e di riconciliazione, divenendo il simbolo di un’umanità che resiste e si rigenera. Realizzata in ghisa bronzata e portata sulla montagna grazie a una difficile ascesa, accompagnata da circa diecimila fedeli, la statua (scelta nel 1900 in un catalogo francese dall’allora parroco di Borso del Grappa, don Sebastiano Favaro) fu consacrata il 4 agosto 1901, inaugurando un secolo segnato da eventi tragici e da speranze mai sopite, esattamente due anni dopo, lo stesso giorno, l’elezione di Pio X. Durante la Prima guerra mondiale divenne un punto di riferimento per i soldati impegnati nelle dure battaglie di trincea sul fronte del massiccio del Grappa. Fu danneggiata da una granata che le spezzò un braccio, ma successivamente, restaurata, fu riportata al suo posto con una solenne cerimonia guidata dal generale Giardino, dopo un pellegrinaggio che la vide passare per città come Bologna, Genova, Venezia, e Padova – da qui, dopo una celebrazione solenne, tornò a Crespano – rafforzando il legame in tutta la Nazione grazie ai ricordi dei reduci. Anche la Seconda guerra mondiale vide la sua presenza silenziosa ma consolatrice: nel 1944, i partigiani, asserragliati sulla cima del monte, si riunirono attorno a lei per un’ultima messa prima di essere travolti dai rastrellamenti nazifascisti. La Madonna sopravvisse anche a quella tragedia. Oggi, la statua non si trova più nella sua collocazione originaria. In occasione della costruzione del sacrario militare, fu edificato un tempietto circolare sormontato da una cupola in rame che richiama il Calvario, con al centro una croce simbolo di redenzione. Il sacello appartiene alla Diocesi di Padova, che l’ha voluto tra i luoghi giubilari “della cura e della carità, della giustizia e della pace”, ed è curato dall’Opera Madonna del Grappa. Accanto ci sono le Diocesi di Treviso, Vicenza e Belluno Feltre. Cima Grappa è un crocevia di province – Belluno, Padova e Treviso – e tocca 17 Comuni. Lungo le pareti del tempietto sono poste le 14 stazioni della Via Crucis e nel sepolcreto sono custodite le reliquie di san Marco Evangelista, san Prosdocimo, sant’Antonio e santa Giustina. Il 4 agosto, giorno della sua festa, è diventato un’occasione di fraternità e riconciliazione. Comunità locali, reduci e autorità delle nazioni che un tempo si combatterono – Italia, Austria, Ungheria e Croazia – si ritrovano per onorare un simbolo di pace. La presenza di Maria Ausiliatrice, visibile dalla pianura veneta e dalle montagne bellunesi, continua a ispirare chiunque la contempli, ricordando che la speranza e la fede possono sopravvivere anche alle tragedie più grandi.
Mariano Montagnin
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